venerdì 3 gennaio 2014

Immaginario poetico



Vedere immagini nelle nuvole, sulle pareti della mia camera rivestita di legno, trasformare delle foglie di oleandro in pesci e legarle ad un bastone per diventare pescatore, muovere la gamba simulando il movimento della macchina da cucire Borletti ripetendo nell'aria: "punti perfetti punti perfetti", l'immaginazione, la fantasia sono un tutt'uno con me.

Uno dei giochi preferiti con mia sorella era: "andiamo al mare". Ci arrotolavamo le canottiere in modo da trasformarle nella parte sopra del bikini, legavo una corda ad una vaschetta che diventava la barca, ci mettevo dentro Bettina e trascinarla attorno al tavolo era il nostro navigar per il mare. Quando eravamo stanche ci sdraiavamo sul tavolo e prendavamo il sole alla luce della lampadina.

Altro gioco era parlare in francese: pitu pita pate... Faceva tanto chic.
Eravamo due signore, il gioco si svolgeva  sui gradini delle scale interne della casa dove abitavamo. Ogni gradino era una stanza della nostra casa dei sogni e  naturalmente avevamo  dei bambini che altro non erano che degli asciugamani arrotolati. 

Ho continuato a coltivare la fantasia e l'immaginazione, guardo ancora le nuvole, le macchie, oggi il gioco lo faccio con la macchina fotografica!

giovedì 2 gennaio 2014

Musica in cucina, Cucina nella musica

2 gennaio 2014
Ero stata ingaggiata come volontaria dall'Associazione Mozart che gestisce la Scuola di Musica del Garda, come "cuoca" per il primo camp dell'orchestra giovanile a Eno 8 anni fa.

Da allora, con mansioni che nel tempo si sono modificate, dedico parte del mio tempo e delle mie competenze organizzative e di relazione, all'Associazione e ho trovato nella musica molte analogie con la cucina: tempo, ritmo, disciplina, gioia di condividere, ripetizione, stonature, fatica, entusiamo...

La composizione di un brano o la scelta del brano è esattamente come il preparare un proprio piatto oppure seguire la ricetta di qualcun altro. Il tempo delle prove è nella cucina l'andare a fare la spesa, il predisporre gli ingredienti. Il tempo dell'esecuzione di un brano è paragonabile al tempo del mangiare. Dopo aver suonato, c'è un tempo del sistemare gli strumenti, gli impianti esattamente come in cucina.

Se dovessi paragonare la mia cucina a dei generi musicali, inizierei con la musica italiana popolare e melodica che i miei genitori mi cantavano, per poi incontrare il soul/ blues, il funky, il progressive rock.... il tutto condito con il ballo perché la cucina è movimento in me e fuori di me,

Et voilá alcune composizioni:

Movimento lento: la polenta con la luganega, il minestrone, la pasta e fagioli, lo spiedo

Movimento d'amore: la torta di verdure, la torta delle rose sia dolce che salata

Movimento intimo: le zuppe coi fiori, la zucca al forno con pomodori e cipolle

Movimento con l'altro: il clam chowder, il cus cus

Movimento materno: il baccalà ripieno ai ferri (un inno ricevuto da mia nonna Argia), la frittata alta, il risotto

Movimento con moto: Brrrrr il semifreddo ai marron glacé di mia cognata Elena

Movimento danzante: Pane burro e acciughe con un bicchiere di lugana freddo!

mercoledì 1 gennaio 2014

Parole che vanno, parole che vengono...

1 gennaio 2014

Mi è sempre piaciuto ascoltare. Sin da piccola chiedevo a mio papà, a mia mamma o a chiunque fosse nelle vicinanze: mi racconti la storia di quando eri piccolo/a, della guerra, dei nonni, di Desenzano… Le parole diventavano viaggi, film, emozioni, radici, senso di appartenenza, desideri.
L'aver vissuto sino ai due anni e successivamente frequentato assiduamente la casa paterna ha molto a che fare con la persona che sono. Ricordo soprattutto i pomeriggi d'estate passati nel cortile ombreggiato, dove la zia Mari, le donne del vicinato e le pro- zie Angelina da Lonato, Pierina da Brescia, Pasquina da Milano si e ci raccontavano, racconti discreti, misurati. Donne che avevano un tempo per il racconto, dove noi nipoti avevamo il privilegio di stare nel mondo degli adulti. Mi piace pensare di aver ereditato da loro la capacità della raccontastorie, dove le parole messe in fila danno il LA a ....C'era una volta, che diventa un C'è adesso, che diventa un Ci sarà...

I ricordi dei profumi

30 dicembre 2013
 
I ricordi dei profumi
Profumo di un'arancia tagliata a spirale per farne un fiore dalla zia Irene
Profumo di pane biscottato nella stufa a legna preparato dalla nonna Argia
Profumo di giornale che la mia mamma mi leggeva
Profumo di pelle del mio papà che sapeva di paglia con cui avvolgeva la ceramica
Profumo della saponetta Camay che usava mia zia Franca
Profumo di mia sorella che sa di pesca appena colta
Profumo dei miei figli che mi fa ridere il cuore e che continuerei a baciare

Ricette del recupero e dell'amore

28 dicembre

Le ricette "del recupero e dell'amore". Mio marito ogni tanto mi chiede la "patona". Una torta che la sua mamma gli faceva trovare sul tavolo della cucina quando rientrava di notte "dal suonare" con i suoi fratelli. Torta di recupero, ma torta di sentimento, torta di coccole, torta che riempie prima il naso e poi il resto. Ecco le istruzioni per cucinarla. Ingredienti: 6 panini secchi tagliati a cubetti, 3 mele sbucciate e tagliate a cubetti, 3 uova intere, noci - pinoli e uvetta q.b., 1 bustina di lievito, 150 gr. Farina bianca, 100 gr. di burro morbido, sale una presa, 2 cucchiai d'olio, la buccia grattugiata di un limone, latte q.b.
Riporre il pane a cubetti in una terrina e bagnare con il latte. Aggiungere il resto degli ingredienti e mescolare bene. Versare in una teglia imburrata, guarnire con delle noci, un pugnetto di zucchero e qualche fiocchetto di burro. Cuocere a 180 gradi per un'ora e mezza. Suggerisco di mangiarla fredda con un buon bicchiere di latte!

Dal Garda alle Dolomiti

26 dicembre 2013

Il mio incontro con l'Alto Adige è avvenuto a Desenzano in Via Lorenzini, tramite Marianna la mia vicina di casa di Merano. Mi chiese di aiutarla come baby sitter con suo figlio Nicola. Mi propose un compenso in soldi, io le risposi che avrei preferito che mi cucinasse quel piatto di cui mi arrivava il profumo in casa: erano omelettes! E fu amore per la cucina, per le tradizioni tirolesi, per il gusto della casa, tant' è che mi sono trovata il marito che viene dalle Dolomiti!

Il pranzo di Natale

25 dicembre 2013

Pranzo Natalizio 2013 del ramo Bompieri - Tagliapietra a Sesto Pusteria Omelettes (ricetta originale di Nonna Wilma Salizzoni, un modo per ricordarla), ecco gli ingredienti per 2 omelettes: 1 uovo intero, 1 presa di sale, 1/2 bicchiere di latte, 1 cucchiaio di acqua minerale, 2 cucchiai di farina, 1/2 cucchiaio di zucchero. Versare tutti gli ingredienti in un contenitore e con l'ausilio di una frusta sbattere bene l'impasto. Versare una noce di burro in un tegame antiaderente e scaldare molto bene; aggiungere la metà dell'impasto e cuocere per 2 minuti per lato. Servire con zucchero o nutella o marmellata o con quello che preferite!

Rimembranze

24 dicembre 2013

Tempo di ritorno alla luce, tempo di speranza di luce, tempo di rinascita. Sono nata in Via Rimembranze, il ricordare è nel mio imprinting; è anche chiamata Via del Cimitero, cimitero, che per 3 generazioni il mio ramo paterno ha amorevolmente custodito. È la via dove c'è "casa" è il luogo di appartenenza, è la mia grotta. E con questo piccolo racconto, vi auguro un Natale dove ognuno ritrovi il suo posto intimo per incontrare amorevomente il mondo

domenica 24 giugno 2012

Il mio nome è: Marina

Oggi ho saputo l'origine del mio nome. Il mio papà nel 1951 era via militare. Conobbe Edo che veniva da San Benedetto del Tronto e fecero amicizia. Edo gli parlava del mare,  dal suo racconto, dalle sue storie  mio padre che non aveva mai visto il mare rimase affascinato..... e  da qui nasce il mio nome. 
Ho provato una grande emozione. Mi è sempre piaciuto il mio nome, me lo sentivo appropriato,  ma sapere che è il frutto di un'amicizia e di un racconto me lo fa amare ancora di più e un  grazie speciale al mio papà!
P.S. sempre oggi ho saputo che anche la figlia di Edo si chiama Marina!

martedì 30 novembre 2010

Madre e figli

Ai miei figli (sono grandi) che mi prendono in giro, che mi insegnano a non cascarci, che mi fanno ridere, che mi commuovono, che mi lasciano vedere un bel mondo maschile...

Leggere

Leggere
Non riesco a saziarmi di libri. E sì che ne posseggo un numero probabilmente superiore al necessario; ma succede anche coi libri come con le altre cose: la fortuna nel cercarli è sprone a una maggiore avidità di possederne. Anzi, coi libri si verifica un fatto singolarissimo: l'oro, l'argento, i gioielli, la ricca veste, il palazzo di marmo, il bel podere, i dipinti, il destriero dall'elegante bardatura, e le altre cose del genere, recano con sè un godimento inerte e superficiale; i libri ci danno un diletto che va in profondità, discorrono con noi, ci consigliano e si legano a noi con una sorta di famigliarità attiva e penetrante.
Da una lettera di Francesco Petrarca a Giovanni Anchiseo

venerdì 13 agosto 2010

Per chi ama le cose semplici che diventano poesia.
Ricetta del mio zio olandese Piet: cuocere un uovo alla coque per 3 minuti, nel frattempo tagliare la calotta ad una rosetta e imburrare l'interno, versarci l'uovo salare, pepare mangiare lentamente e poi mi direte!

martedì 23 febbraio 2010

il mio anniversario di nascita

Devo dire che la giornata è incominciata alla grande: i miei figli mi hanno fatto un regalo sorpresa, ho incontrato in piazza una carissima amica/compagna di scuola che vive all'estero, mia mamma mi ha cantato al telefono tanti auguri e mi ha stupito, ho incontrato un'altra compagna delle elementari che mi ha tirato le orecchie (che compleanno è senza questo gesto?), Giovanna è venuta da Verona con un mazzo incredibile di Tulipani e abbiamo giocato a fare le signore andando nella pasticceria più chic di Desenzano (e ci siamo fatte un bel bicchiere di prosecco con pizzette!). Poi un sacco di sms, post su fb, telefonate (alla faccia di tutti quelli che pensano che la tecnologia è arida e spersonalizza le relazioni...), e non è ancora finita!